VENERDI' DI PASSIONE - Gli Oratori Sacri

Il simulacro della Vergine viene accolto in Cattedrale da una moltitudine di fedeli che assiste con grande raccoglimento alla Celebrazione Eucaristica ed alla Predica dei Dolori.
Subito dopo viene eseguito il tradizionale Oratorio Sacro: "Preludio e Frottola" o lo "Stabat Mater" che vengono proposte alternativamente di anno in anno secondo un ordine che il Consiglio di Amministrazione sceglie in sede di preparazione di tale giornata.
Scrive il Can. don Luciano Solidoro: "E' la Frottola una composizione musicale con accompagnamento di canto quanto mai suggestivo ed intimamente penetrante.
Quest' assieme di tonalità tenui, di mormorii leggeri, di adagi lenti, di prevalenti accenni di melodie che tosto svaniscono e poi ritornano e sembrano uguali e pur diversi, giustificano il tradizionale termine Frottola, composizione di genere popolaresco, cimelio musicale di scuola settecentesca. La grande orchestra ed il coro di voci bianche infondono un carattere di particolare ascetica".
Negli ultimi tempi tre sono le "Frottole" che si alternano allo Stabat Mater: "Ahi sventura"; "Una turba di gente"; "L'han confitto";  opere tutte e tre del M° Francesco Luigi Bianco (1859-1920). Tali composizioni sono sempre precedute da un preludio musicale.
I più conosciuti sono sicuramente quelli composti dal M° Gino Metti (1905-1982) e dal M° Giorgio Zullino (1943-1979). Tali composizioni sono state donate dagli stessi autori alla Confraternita e possono essere eseguite solo ed esclusivamente nel giorno della Commemorazione dei Dolori di Maria.
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Mater Dolorosa
(del M° Francesco Luigi Bianco)
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Quest'oratorio è meglio conosciuto col titolo di "Ahi, Sventura" e da quanto si evince dall' originale spartito fu portato a termine il 23 Marzo 1886.



(2)
Ahi, Sventura!
Di Dio la Madre, fra cordoglio atroce,
muore di strazio ai piedi della Croce!



(3)
Ahi, Sventura!
Dalle sfere dell' Empireo
deh, pietoso Redentore,
Tu lenisci il suo dolore
che nel mondo ugual non ha!
Sul Calvario, ove si compie
il riscatto del creato,
volgi il guardo Tuo placato
di Maria Signor pietà!



(4)
Preghiera - O Maria che sul Golgota afflitta
sei da cento dolori trafitta,
o Maria che, pel mondo, la vita
offri al Padre, il Tuo cuore, il Figliol.
Tu ci salva, tu prestaci aita,
Santa Vergine, Madre del duol.




Una turba di gente
 (del M° Francesco Luigi Bianco sul testo di Giovanni Santoro)
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Una turba di gente,commossa,
ai tuoi piedi, vien dentro, o Maria!
Del tuo Figlio va in cerca riscossa
dal terrore, dal fallo primier.
Oh, sventura. Mandato ha sul monte
Cristo, alfine, l' anelito estremo
ed il sole dolente, la fronte
fra le nubi nascosto, celò.
L' invidia tomba in cui
le care membra esangui
giaccion, tralasci e langui
e ti si spezza il cor.
Se è nel duol del Figlio amato
non più fissare il ciglio,
ah! Lungi andar dal Figlio
è duol più grave ancor.
Torni alle mura ingrate
ov' orme il Figlio impresse
e su quell'orme stesse
Tu pur volgesti il piè.
Fu il duol seguirlo in pena,
vederlo in tanto affanno,
ma ben maggiore è il danno,
mai più non è con Te.
Pace trovar non puoi
nel duol che si' Ti prende;
nel duol sospira e geme
l' abbandonato cor.
Pace trovar non puoi
nel duol che si' Ti preme
nel duol sospira e geme
l'abbandonato pianto (cor).
Quanto vedesti e sai
ognor Ti veglia in mente,
lo scempio a Te presente
del caro Figlio, ognor.
E Tu, dolente, immobile,
molle dipinto il ciglio,
Maria, ravvisi il Figlio
dal suo cruento altar.
Tu nei martiri e spasmi
il Figlio Tuo Te sola,
ostia sublime immola:
riscatto al Genitor.
Offri il Tuo core per i perfidi
che in Croce l' han confitto,
che insani, il rio delitto
piangon dinanzi a Te.
Tu, d' amarezza il calice
votar Tu devi: è legge.
Colui che il mondo regge,
Madre, Te volle al duol.
O gran Madre clemente, pietosa
del Tuo Cristo deh! placa lo sdegno.
Tu le colpe nascondi, amorosa,
dei Tuoi Figli lassù nel suo regno.
Per il tuo mezzo siam certi, o Maria,
il perdono ottener. Cosi sia.
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L'han confitto
(del M° Francesco Luigi Bianco 1859-1920)


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 (2)
L' han confitto sull' orrida Croce!
E sospinta da insano delirio,
una proterva e feroce
balda insulta a quel santo martirio.
O voi stolti, El vi volle fratelli
deh! cessate ... Egli eguali vi fè!
Mira triste l' Uomo Dio
esclama a tal fuore:
"M' abbandoni, Padre Mio!"
con un grido di dolor,
Ma la Madre del Dolore
ai suoi piedi immota sta:
mille morti sente in core
ma una lacrima non ha!
E pietosa affissa al Figlio,
che additando gli oppressor,
"Donna volgi al loro ciglio ...
son tuoi figli!"... esclama e muor.
Ma la turba, ahi sua sventura,
pur bestemmia sull' avel,



(3)
mentre freme la natura
e sdegnato piange il Ciel.
Allora vinta dal terrore
"Se innocente e giusto Egli è",
dice "il sangue di chi muore
deh ricada su di me" ...


(4)
Preghiera - O Maria degli afflitti Regina,
non voler ch l' insana parola
si rivolga degli empi ruina.
Tu li salva! ... e noi tutti consola:
siam tuoi figli! ... deh prega per noi,
le preci son leggi nel ciel.


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Stabat Mater
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Sono sette le terzine, come i sette dolori di Maria, estrapolate dallo Stabat Mater di Jacopone da Todi, musicate dal M° G. Monticchio (1852-1931) i cui spartiti furono donati dall' autore alla Confraternita.
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Stabat Mater dolorosa,
juxta crucem lacrimosa,
dum pendebat filius.
Quae merebat et dolebat
pia Mater, dum videbat
nati poenas inclyti.
Pro peccatis suae gentis
vidit Jesum in tormentis,
et flagellis subditum.
Eja, Mater, fons amoris,
me sentire vim doloris
fac ut tecum lugeam!
Sancta Mater, istud agas.
Crucifixi fige plagas
cordi meo valide.
Virgo Virginum praeclara,
mihi jam non sis amara,
fac me tecum plangere.
Quando corpus morietur,
fac ut animae donetur,
Paradisi gloria. Amen.
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- Testo tratto dal libro "Te le Cennareddhe ... a Pasca" di Luigi Tricarico.
- Foto a cura di Tony Cortese tratta da dal gruppo facebook "Memorie e Riti Quaresimali a Gallipoli".